Museo Etnopreistoria del CAI di Napoli "Alfonso Piciocchi"

Museo sulla preistoria in Campania e sulla civiltà pastorale, contadina, montana nel Mezzogiorno

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Guida al Museo Etnografico - Pagina 10

Indice
Guida al Museo Etnografico
Introduzione
Categorie Interpretative
Indicazioni Orientative
Il lavoro agricolo
Il lavoro pastorale
Il lavoro domestico e artigianale
La cura di asini, muli e cavalli
Le unità di misura
La cultura
Bibliografia
Tutte le pagine

 

 

Bibliografia

 

Abbate M., Contadini del sud, "Il Ponte", 1954.

 

Acocella V., Agricoltura e pastorizia in Irpinia, "Lares", 1936.

 

Angarani F. A., Vita tradizionale dei contadini e pastori calabresi, Olschki, 1973, Firenze.

 

Binni L. Pinna G., Museo. Storia e funzioni di una macchina culturale dal Cinquecento ad oggi, Milano, 1980

 

Bracco E., Arte dei pastori, 1961, Matera.

 

Bronzini G. B., Mito e realtà della civiltà contadina, 1977, Matera.

 

Cirese A. M., I musei nel mondo popolare: collezioni o centri di propulsione della ricerca?, "Architetti di Sicilia", 1968.

Cirese A. M., Oggetti, segni, musei. Sulle tradizioni contadine, Einaudi, 1977, Torino.

 

Cocchiara G., Storia del folklore in Europa, Edizioni scientifiche Einaudi, 1952

Cocchiara G., La vita e l'arte del popolo siciliano nel museo Pitré, Ciuni, 1938, Palermo.

 

Corso R., Il giogo strumento sacro nelle credenze contadinesche, "Archivio per la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari italiane", 1937.

 

D'Amato A., Folklore irpino, "II folklore italiano", 1926.

 

De Danilowicz, Carta topografica dell'artigianato abruzzese, "Lares", 1942.

 

Delogu R., La sezione etnografica del museo Sanna di Sassari, 1950, Sassari

Fucci C., Saggio di folklore contadino. L'arte popolare medica di San Martino Valle

Caudina, "Irpinia", 1934.

 

Gramsci A., Letteratura e vita nazionale, Einaudi, Torino, 1950.

 

Iuliano G., La civiltà contadina in Irpinia, "Irpinia",1982.

Iuliano G., La cultura contadina in Irpinia, "Irpinia", 1978.

 

La Sorsa S.,1 pastori abruzzesi in Puglia, 1957, Chieti.

 

Marselli A., La civiltà contadina e la trasformazione delle campagne, 1973, Torino

 

Nobilio E., Vita tradizionale dei contadini abruzzesi nel territorio di Penne, Olski, 1962, Firenze

 

Palumbo, Il costume dei contadini salentini, "Lares", 1938.

 

Pasquale N., Volturara nella storia e nella tradizione, "Irpinia", 1931.

 

Salomone Marino S., Costumi e usanze dei contadini di Sicilia, s.d., Palermo.

Salomone Marino S., Schizzi di costumi contadineschi siciliani, "Archivio per lo studio delle tradizioni popolari", 1882 e 1883.

 

Santucci M., L'artigianato in Abruzzo, Cresa, 1974, L'Aquila.

 

Trinchieri R., Consuetudini e contratti pastorizzi nell'Appennino abruzzese e nell'Agro Romano, "Archivio Vittorio Scialoia", 1939.

 


[1] E’ questo probabilmente anche il motivo che spiega lo scarso fiorire di musei dell'archeologia industriale che sarebbero il naturale completamento di quelli che abbiamo definito della `cultura o civiltà contadina'.

 

[2] Il termine cultura ha avuto una serie di definizioni spesso non coincidenti.

La definizione che meglio sposa le necessità teoriche e metodologiche di un moderno museo etnologico si può elabo­rare partendo dalle note osservazioni sul folklore contenute negli scritti gramsciani.

Quindi cultura va intesa

  • come concezione del mondo e della vita,
  • come insieme di norme,
  • come conoscenze,
  • come valori, condivisi
    • da un determinato gruppo sociale
    • in un determinato contesto storico, sociale e geografico.

Nel caso di un museo etnologico, ovviamente, sono da considerare rilevanti gli aspetti tradizionali della cultura, quelli che più spiegano il rapporto tra l'uomo e la natura, tra l'uomo ed il prodotto della sua attività, quelli meno soggetti a condizionamenti esterni.

 

[3] Per esposizione fisica si intende la presentazione concreta dei documenti al visitatore che può solo seguire uno o più percorsi predisposti.

La esposizione fisica é fissa ed immutabile, a meno di spostamenti degli oggetti.

Alla esposizione fisica si può affiancare, per migliorare la fruibilità dei documenti e per veicolare altri messaggi, una presentazione fatta con mezzi altri dalla pura esposizione del documento, cioè con schede di lettura, filmati, diapositive, presentazioni su schermo di computer ecc.

 

[4] La preferenza data, in ambiente pastorale, al legno come materia prima per stoviglieria ed attrezzature è dovuta, oltre che alla sua relativa economicità e facilità di lavorazione autonoma artigianale, al fatto che i prodotti ottenuti sono più leggeri e meno fragili di quelli realizzati in terracotta e quindi si prestano bene ai continui spostamenti .

[5] In effetti, poiché il fuso è fatto generalmente di legno, materiale deperibile con il trascorre degli anni, si ritrova solo la rondella che funge da volano, fatta di materiali più duraturi come l'argilla, la pietra o l'avorio.

[6] Nei telai

  • delle epoche più remote ognuno dei fili costituenti la trama, cioè quelli longitudinali nel senso della lavorazione, era tenuto teso da un pesetto di pietra,
  • in epoche più recenti, nelle culture greca e romana, il peso era modellato in terracotta a forma di tronco di piramide,
  • successivamente, dal medioevo in poi, cessa l'uso dei pesi da telaio perché la trama viene tenuta tesa da un tenditore simile ad un piccolo argano.